Tipi di lombalgia: conoscere il mal di schiena
Lo sapevi che la lombalgia e la lombosciatalgia non sono sempre sinonimo di ernia discale?
La lombalgia e la lombosciatalgia sono sintomi, ovvero manifestazioni dolorose localizzate a livello della zona bassa della schiena che possono irradiarsi a livello degli arti inferiori.
Questi sintomi possono essere causati da 2 grandi gruppi di patologie:
- Di origine vertebrale
- Di origine extravertebrale
Una delle cause extravertebrali più comuni e scarsamente conosciute è quella muscolare. Il “blocco miofasciale” è determinato dalla contrattura di un muscolo (più spesso di gruppi di muscoli) che si associa ad una rigidità e tensione della fascia che contiene e avvolge gli stessi gruppi muscolari. Si manifesta con dolore importante e limitazione ai movimenti anche grave che può dare diversi gradi di disabilità temporanea.
Come fare a distinguerle?
Una prima distinzione può essere fatta raccogliendo informazioni sulle caratteristiche dei sintomi.
Alcuni esempi:
- Il dolore si presenta più frequentemente a riposo o dopo un periodo di inattività come al risveglio o dopo essere stati seduti a lungo; può spesso presentarsi durante le ore notturne (quando il muscolo si “raffredda” e quindi si accorcia rinforzando la contrattura muscolare già presente);
- Il dolore migliora con il movimento o con l’attività fisica;
- Ha una localizzazione aspecifica, spesso migrante (che si sposta) e mal definibile dalla persona;
- Se è presente sciatalgia (irradiazione lungo gli arti inferiori) questa colpisce spesso entrambe le gambe e non segue un percorso ben preciso ma viene riferita in un ampia zona della coscia e/o della gamba come una sensazione di dolore/costrizione.
E’ importante che la distinzione concreta venga fatta tramite una visita medica accurata e, laddove ce ne sia bisogno, tramite esami strumentali specifici che possano escludere le cause organiche del dolore (ernie discali, traumi vertebrali, malformazioni vertebrali etc etc).
Come trattare la lombosciatalgia di origine muscolare?
La terapia manuale fisioterapica o osteopatica possono essere un primo importante approccio volto a “sbloccare” la situazione e ridurre la sintomatologia dolorosa. Ma non è tutto!
Una volta appurata l’origine miofasciale del problema e raggiunto un livello di dolore accettabile è fondamentale che la persona riattivi la muscolatura, in un certo senso la rieduchi al movimento, sempre tramite il consiglio o l’aiuto di un professionista. Questo permette a tali strutture di recuperare l’elasticità e la funzionalità temporaneamente perdute.
E’ importante sottolineare che l’autodiagnosi e l’autotrattamento sono sconsigliati e possono portare a degli errori di valutazione con conseguenze importanti. Il rischio è di imporsi il riposo assoluto e l’immobilità laddove non sia necessario o addirittura controproducente, o viceversa, ignorare e trascurare campanelli d’allarme di patologie importanti.
Fidatevi e affidatevi a professionisti competenti che possano indirizzarvi nel vostro percorso di diagnosi e cura!
E ricordatevi: il raggiungimento del benessere non è mai facile, spesso è un percorso faticoso e pieno di sofferenza, ma è possibile condividerlo con persone/professionisti che possano aiutarvi a renderlo più semplice!
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