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“Quando finirà questo periodo?” – Conseguenze psicologiche della pandemia

Stress da pandemia - Blog Centro Medico Attiva

A partire da febbraio 2020 l’Italia e il pianeta sono stati sconvolti da una profonda crisi dovuta alla diffusione pandemica del coronavirus. Ciò che stiamo attraversando sta portando importanti conseguenze su tutti i comparti delle nostre vite con inevitabile impatto sulla quotidianità e sull’attività professionale. Oggi, a un anno di distanza lo scenario non appare così roseo rispetto a ciò che tutti speravano e i contagi continuano a fare molta fatica a contenersi trasformando questa situazione da straordinaria a, quasi, “ordinaria”.

Uno stato di tale portata, che colpisce ciascuno di noi, si definisce trauma collettivo. Esso indica un turbamento causato da un evento scioccante di grande entità, come una catastrofe naturale o una guerra, che coinvolge un’intera collettività. Le ripercussioni emotive possono essere diverse e vanno dalla rabbia, alla depressione, al diniego, al senso di colpa, specialmente da parte dei sopravvissuti nei confronti delle vittime e si possono verificare disturbi psico-fisici cronici o conflitti interiori individuali. Anche la pandemia porta a queste conseguenze emotive con la differenza che agisce in un modo più subdolo: si ha la percezione di una minaccia invisibile, di cui sappiamo poco e da cui non sappiamo ancora difenderci.
Sebbene a livello collettivo possiamo riconoscere delle reazioni comuni, è necessario anche prestare attenzione alle diverse conseguenze che si verificano sui singoli individui. La reazione individuale provocata da un determinato evento può prendere molte forme a seconda della personalità, delle esperienze o dell’attitudine al cambiamento. Questa situazione limita la nostra vita e può far emergere problematiche interiori: costringendoci a fermarci ed ascoltarci, possiamo scoprire parti dolorose o oscure, forse, già presenti prima ma non emerse in quanto anestetizzate dalla frenesia quotidiana. Pensiamo, ad esempio, ai bambini e ragazzi a casa in DAD, agli adulti in smartworking o alla forme restrittive, domiciliari o ospedaliere, per chi contrae il virus e rimane in un periodo di sospensione finché il tampone, ci auguriamo, non diventa finalmente negativo. In tutte queste situazioni può accadere che problematiche interiori nascoste dentro di noi, definite embodied (“in-corpo-rate”), vengano fuori o, nel caso totalmente opposto, è possibile che il confronto con una situazione esterna così grave possa far vedere i problemi personali più piccoli rispetto a come li vedevamo prima.
In conclusione, è nella natura umana non vivere bene le trasformazioni, i momenti di sospensione, i dubbi e l’impossibilità di fare programmi perché crea dentro di noi una sensazione di un periodo senza fine e senza via d’uscita, definito anche “senso di eternalizzazzione”, che può creare smarrimento, ansia, sfiducia verso il futuro o apatia, conseguenze emotive da cui dobbiamo cercare di non farci travolgere per ritrovare la positività e l’energia indispensabili per andare avanti e cambiare le cose in meglio.

Ecco alcuni consigli che possono essere utili in questo periodo:

  • datti tempo: se ti sembra che il tempo sfugga di mano pensa al “momento presente”, questa è la situazione attuale e adesso è importante prenderti cura di te o trovare qualcosa che possa farti stare meglio
  • prenditi cura del tuo corpo, medita, fai attività fisica
  • anche se il momento regala pochi stimoli, trova attività che possano darti piacere (es. curare le piante, guardare vecchi film, leggere, dedicarsi alla musica, ballare…)
  • ascolta le tue emozioni e scrivile, questo può aiutarti e tirarle fuori e trovare un po’ di sollievo o lucidità
  • lavora sul pensiero positivo: tutto passa e passerà anche questo
  • rimani in contatto con gli altri: anche se nei momenti negativi la tendenza è di chiudersi o essere più irritabile con le persone introno cerca di mantenere dei rapporti positivi per contrastare il senso di solitudine.
  • se senti che la tua è una situazione molto delicata chiedi aiuto a un esperto, parlare con qualcuno può aiutarti a risolvere il problema.

 

Dr.ssa Marica Vignozzi

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