L’affascinante collegamento tra movimento e memoria. Seconda parte
Vorrei proporvi alcune riflessioni su un tema che mi sta da anni appassionando: il legame tra movimento e memoria.
Partiamo dall’antico detto “Mens sana in corpore sano” (lett. mente sana in un corpo sano) estrapolato dalle Satire di Giovenale (Satire, X, 356, primo secolo dopo Cristo). In realtà Giovenale scrisse: “Orandum est ut sit mens sana in corpore sano.” «Bisogna pregare affinché ci sia una mente sana in un corpo sano», auspicando quindi di avere entrambi, mente e corpo sani.
Tale antica intuizione della relazione esistente tra la salute del corpo e della mente ha trovato oggi molteplici dimostrazioni che saranno oggetto di altre future riflessioni, ma torniamo allo specifico rapporto tra memoria e movimento cogliendo un altro suggerimento dal passato…
Una delle più grandi scuole filosofiche greche, fondata da Aristotele, la scuola peripatetica, prendeva il suo nome dal termine greco peripatetikòs che deriva dall’unione di due parole: perì (intorno) e patèo (cammino). Aristotele era solito infatti tenere le sue lezioni passeggiando nel giardino della scuola intuendo che camminare aiuta concretamente il dinamismo del pensiero.
Questo concetto, che l’attività fisica aiuta la memoria, è stato recentemente dimostrato.
Uno studio pubblicato il 16 giugno 2016 sulla rivista Current Biology (Van Dongen et al., 2016) suggerisce che l’esercizio fisico possa portare giovamento alle prestazioni del cervello. Andare in palestra quattro ore dopo aver studiato sembra, infatti, avere effetti positivi sulla memoria e sulla sedimentazione dei ricordi.
Per verificare questa ipotesi, i ricercatori del Radboud University Medical Center di Nimega, in Olanda, hanno sottoposto 72 persone a una sessione di allenamento dopo aver loro chiesto eseguire un esercizio di memorizzazione (della durata di 40 minuti) basato sull’associazione di immagini di panorami e monumenti con i rispettivi luoghi di appartenenza.
Le 72 persone sono state poi distribuite casualmente in tre gruppi diversi: il primo è stato fatto allenare immediatamente dopo aver studiato le immagini, al secondo gruppo è stato chiesto di allenarsi quattro ore dopo, mentre al terzo è stato detto di non compiere nessun esercizio fisico. L’allenamento è consistito in 35 minuti di cyclette a una velocità che spingesse il battito cardiaco delle persone all’80 percento del ritmo massimale.
A tutti i partecipanti è stato poi chiesto di tornare al Radboud University Medical Center 48 ore dopo per tentare di ricordare l’associazione tra immagini e luoghi e, intanto, essere sottoposti a una risonanza magnetica funzionale al cervello.
I ricercatori hanno così potuto osservare che le persone alle quali era stato chiesto di allenarsi quattro ore dopo aver studiato erano più pronte nel recupero della memoria. La risonanza magnetica ha poi confermato che il loro cervello era più attivo proprio nella zona dell’ippocampo, un’area cerebrale nota per essere coinvolta nel processo di apprendimento e memorizzazione.
È possibile, ha spiegato Il prof. Fernandez, a capo dello studio, che alcune sostanze come la dopamina e la norepinefrina, siano in grado di potenziare il consolidamento della memoria. E proprio l’esercizio fisico è un mezzo naturale che permette di aumentarne la produzione da parte dell’organismo.
Physical Exercise Performed Four Hours after Learning Improves Memory Retention and Increases Hippocampal Pattern Similarity during.
Una ricerca dell’University College di Londra pubblicato su Current Biology nel 2011 mostra, come determinati esercizi cognitivi possono modificare la morfologia del cervello anche in età adulta. Per ottenere la licenza il taxista londinese doveva apprendere e conoscere la mappa delle 25.000 strade della città, attraverso un training (unico al mondo) della durata di circa 3 anni.
Esaminando la risonanza magnetica (MRI) all’inizio e al termine (3 anni dopo) del training dei tre gruppi i ricercatori hanno scoperto che erano presenti differenze significative tra il pre e post-training nella porzione posteriore dell’ippocampo (maggiore volume della sostanza grigia) degli asprianti taxisti che avevano ottenuto la licenza.
Avremo modo di approfondire e sperimentare la ginnastica che aiuta il cervello nel corso “Ginnasticamente” che si svolgerà al Centro Attiva nel prossimo autunno. Se l’argomento vi ha incuriosito, vi do appuntamento alle prossime puntate…
Dott.ssa Monica Bacci
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